CINA
Parlare della scuola cinese significa riferirsi a uno dei sistemi scolastici più estesi al mondo; infatti é dotata di un sistema d’istruzione nazionale che presenta al suo interno profonde differenze a seconda del livello di sviluppo economico e di appartenenza culturale.
In generale si può dire che la scuola cinese è articolata in cicli abbastanza simili a quelli della scuola italiana. Scuola materna, scuola elementare, media inferiore e superiore, dopo la quale è possibile accedere all’università o ad altri istituti di istruzione superiore.
La scuola materna, pur non rientrando nel ciclo obbligatorio, è frequentata nelle zone più sviluppate da quasi tutti i bambini cinesi. Anche nelle aree rurali e arretrate, il governo cinese sta portando avanti una politica di diffusione e riqualificazione delle scuole dell’infanzia, poiché, accanto alle scuole statali, esistono in queste realtà diverse organizzazioni irregolari rivolte ai bambini.
Insieme al gioco e alle attività sportive, negli asili statali già a partire dai tre anni si ricevono insegnamenti di lingua cinese, di arte, di musica e di educazione morale.
Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, essa riguarda i periodi scolastici che corrispondono alla nostra scuola elementare e media. Il modello più diffuso di articolazione dei cicli scolastici è quello che prevede, dopo i tre anni di scuola materna, sei anni di scuola elementare seguiti da tre anni di scuola media e da altri tre anni di superiori. Il sistema 5 + 4 + 3 prevale invece nelle campagne e nelle zone più arretrate, ma anche qui con alcune eccezioni (anche a Shanghai usa questo sistema).
Se la scuola dell’obbligo è ufficialmente gratuita, invece, per l’istruzione secondaria superiore vi sono le tasse scolastiche. Ogni studente versa un contributo alla propria scuola o usufruisce delle borse di studio riservate agli studenti che riportano risultati scolastici eccellenti sia dal punto di vista accademico sia morale. Gli studenti ‘non eccellenti’ che vivono in condizioni economiche non agiate possono solo fare ricorso a prestiti, lavori e impieghi part-time per proseguire i propri studi superiori.
Parlare della scuola cinese significa riferirsi a uno dei sistemi scolastici più estesi al mondo; infatti é dotata di un sistema d’istruzione nazionale che presenta al suo interno profonde differenze a seconda del livello di sviluppo economico e di appartenenza culturale.
In generale si può dire che la scuola cinese è articolata in cicli abbastanza simili a quelli della scuola italiana. Scuola materna, scuola elementare, media inferiore e superiore, dopo la quale è possibile accedere all’università o ad altri istituti di istruzione superiore.
La scuola materna, pur non rientrando nel ciclo obbligatorio, è frequentata nelle zone più sviluppate da quasi tutti i bambini cinesi. Anche nelle aree rurali e arretrate, il governo cinese sta portando avanti una politica di diffusione e riqualificazione delle scuole dell’infanzia, poiché, accanto alle scuole statali, esistono in queste realtà diverse organizzazioni irregolari rivolte ai bambini.
Insieme al gioco e alle attività sportive, negli asili statali già a partire dai tre anni si ricevono insegnamenti di lingua cinese, di arte, di musica e di educazione morale.
Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, essa riguarda i periodi scolastici che corrispondono alla nostra scuola elementare e media. Il modello più diffuso di articolazione dei cicli scolastici è quello che prevede, dopo i tre anni di scuola materna, sei anni di scuola elementare seguiti da tre anni di scuola media e da altri tre anni di superiori. Il sistema 5 + 4 + 3 prevale invece nelle campagne e nelle zone più arretrate, ma anche qui con alcune eccezioni (anche a Shanghai usa questo sistema).
Se la scuola dell’obbligo è ufficialmente gratuita, invece, per l’istruzione secondaria superiore vi sono le tasse scolastiche. Ogni studente versa un contributo alla propria scuola o usufruisce delle borse di studio riservate agli studenti che riportano risultati scolastici eccellenti sia dal punto di vista accademico sia morale. Gli studenti ‘non eccellenti’ che vivono in condizioni economiche non agiate possono solo fare ricorso a prestiti, lavori e impieghi part-time per proseguire i propri studi superiori.